spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un'anima che in fondo al mare.
Quella sera in menù non c'era niente che le andasse veramente, ma aveva fame perciò prese un po' di tutto. Sapeva già che avrebbe lasciato qualcosa sul piatto ma preferì prendersi delle buone porzioni e andare via con la pancia piena, che rimanere con la fame. Pose sul vassoio pasta, carne e insalata, oltre che alla solita bottiglietta d'acqua, e si girò a cercare qualche tavolo libero. Nessuno che conoscesse in vista, naturalmente. Non erano molte le persone con cui parlava ed era probabile che non fossero ancora arrivata o fossero seduto con qualcun'altro in un tavolo che non riusciva a vedere. Dopotutto, la mensa era grande ed era impossibile individuare facilmente qualcuno in particolare. Trovo un tavolo libero e vi si avvicinò. Era un po' triste vederla mangiare da sola ma a lei non importava più di tanto. Sarebbe rimasta a mensa per mezz'ora, più o meno, ed era rimasta da sola anche per più tempo. Non la spaventava la solitudine, anzi. Appoggiò il vassoio sul piano, stando attenta a non rovesciare la bottiglia, e spostò la sedia per sedersi comodamente. Non appena si mosse, piegando le gambe e chinandosi verso la sedia, sentì un rumore vicinissimo che la sorprese. Era il rumore di un vassoio sbattuto contro il tavolo e poiché la prese alla sprovvista, Cathleen cadde e finì seduta sul bordo della sedia. Tirò su lo sguardo in direzione della causa di tutto ciò. Era una ragazza, pressoché della sua età, forse un po' più piccola, con un viso tondo e dolce. Si stava scusando perché
non era come sembra, sorridendo cordialmente. Cathleen non capiva quello che intendeva dire, anche perché non aveva immaginato niente che potesse portarla a scusarsi. Aggrottò le sopracciglia e scosse la testa leggermente.
« Non preoccuparti. » le disse, rispondendo al suo sorriso con una leggera stiratura di labbra. Non era una tipa da sorridere facilmente, ma non era cafona. Semplicemente, non ci riusciva. La guardò di nuovo. Probabilmente era inciampata e si era aggrappata alla prima cosa che aveva trovato. Guardandola meglio, cercò di immaginarsi chi fosse e come fosse. Non era sicura del perché, ma le sembrava come se loro due avessero qualcosa in comune, anche se apparentemente non potevano essere più diverse di come erano. Era una sensazione e basta.
« Mh, se vuoi... ti va di sederti? » le chiese gentilmente, stendendo un braccio in direzione della sedia più vicina, tra lei e la rossa. Non aveva mai invitato nessuno a farle compagnia, ma doveva pur smuoversi da quello stato di isolamento che si era creato intorno, come una bolla che la circondava. Forse era per via di quella sensazione, forse perché la ragazza aveva un viso gentile, non si sentì in imbarazzo e l'invito le uscì dalle labbra con molta leggerezza.