Let me go and I will run, I will not be silenced, Camera di Sean - Sean/Elijah

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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 5/7/2011, 22:44






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Mi sedetti sul letto - il materasso era morbido e sembrava comodo - e fissai la stanza, alcune valigie ancora da disfare in un angolo. Mi ero trasferito al St.James da circa una settimana ormai, ma per colpa degli impegni scolastici non avevo trovato il tempo di sistemare tutte le mie cose; tre valigie erano ancora lì, in attesa di essere svuotate, con ancora il cartellino dell'aereoporto attaccato al manico. Sospirai, passandomi una mano tra i capelli, poi mi alzai lentamente e mi diressi verso la prima valigia, quella più grande e probabilmente più pesante. Era un trolley nero che mi aveva regalato qualche mese prima Helen, una ragazza che avevo frequentato per qualche tempo; credeva che saremmo andati in vacanza insieme alle Maldive quell'estate, così aveva comprato due valigie coordinate, una per me e una per lei. Quando poi l'avevo lasciata, cercando di spiegarle perché non eravamo fatti per stare insieme, in un impeto di rabbia aveva preso la valigia e l'aveva lanciata contro di me, mancandomi, ma facendo sì che colpisse il muro e graffiandola. Accarezzai quasi con dolcezza quei graffi, che non ero riuscito a cancellare, segno indelebile di una delle mie tante storie senza senso. Helen per me era stata solo una ragazza qualunque, eppure lei era convinta che saremmo stati insieme per sempre; mi aveva presentato agli amici, ai genitori, e stava inziando a parlare di trasferirsi da me. Come se non lo sapesse, come se avesse dimenticato il discorso che le avevo fatto la prima volta che eravamo usciti, come se le mie parole:"L'unica persona fissa nella mia vita è Elijah; le altre, be', sono intercambiabili" non l'avessero sfiorata minimamente, come se avesse fatto finta di credere che stessi scherzando. Un rumore improvviso - il bussare di qualcuno alla porta - mi distrasse dai miei pensieri e mi alzai di scatto, facendo cadere la valigia. Senza curarmene andai alla porta e l'aprii sorridente, ricordando solo in quel momento che avevo invitato Elijah da me; chi altro poteva essere, se non lui?

 
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PrideändPræjudicæ
CAT_IMG Posted on 5/7/2011, 23:11





Elijah Cedric Doyle
watch me ? wearing ? music ? © zimona´

Ormai il St James era la mia casa, ero arrivato qui solamente qualche settimana fa, ma già potevo essere fiero di chiamare questo luogo "casa" Era l'ambiente, i dipendenti e gli studenti che mi rendevano così allegro e solare, così pieno di vita che in ogni singola lezione di Trasfigurazione cercavo di infondere il mio sapere in modi non propriamente scolastici. Adoravo interagire con i miei studenti, ascoltarli e osservarli mentre si esprimevano liberamente senza che nè io nè gli altri potessero dire cosa era giusto o sbagliato. Questo clima così idilliaco era ovviamente dovuto alla presenza di Sean, chi l'avrebbe mai detto che avremmo abitato sotto lo stesso tetto? All'inizio quando ricevetti questa notizia non ci credetti, insomma era troppo bello per essere vero e invece è già da una settimana che ogni giorno ci incontriamo per i corridoi prima di andare nelle rispettive aule e ovviamente nell'ora di pranzo. Sean è il mio migliore amico di sempre, lui c'è sempre stato e sono sicuro che ci sarà anche in futuro, è l'unica persona con cui riesco ad aprirmi e a mostrarmi debole, cosa alquanto strana visto il mio eccessivo orgoglio. Ed è proprio da lui che mi stavo recando, avevamo appuntamento nella sua camera giusto per parlare un pò come facevamo sempre, non avevamo grandi progetti. Nonostante questo però mentre camminavo per il corridoio del secondo piano mi sentivo felice, come ogni volta che lo incontravo, il nostro legame di amicizia era forte, molto più saldo di quanto potessimo immaginare. Finalmente arrivai davanti alla porta di legno levigato e bussai senza pensarci due volte, sentii un rumore al di là della porta e inarcai leggermente un sopracciglio, che cavolo era successo? Quando vidi la maniglia piegarsi ripresi la mia espressione sorridente e mi trovai davanti a un Sean sorridente e apparentemente lieto di vedermi. Sean! Lo abbracciai come facevo sempre con una pacca anche sulla schiena, fu in quel momento che mi accorsi del disordine che regnava in quella stanza. Mi sciolsi dall'abbraccio fraterno e lo guardai sorridendo divertito Non è che mi hai invitato per metterti a posto la camera, vero Sean? dissi scoppiando poi a ridere, lui era un uomo estremamente disordinato e spesso lo aiutavo in queste faccende, devo ammettere che mi divertivo anche, ma è anche vero che mi divertivo sempre in sua compagnia.

 
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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 6/7/2011, 01:07






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Lasciai entrare Elijah e fissai ancora una volta le valigie per terra, chiuse. Scossi la testa sorridendo e gli offrii una sedia, poi ripresi il mio posto sul letto.
"Tranquillo, a mettere a posto ci penserò dopo. Piuttosto dimmi, come ti trovi qui?"
Mi misi comodo e lo fissai, sorridendo e aspettando. Sapevo che Elijah era il tipo che quando iniziava a parlare non si fermava finché non era riuscito a dire tutto quello che voleva nei dettagli, e mi piaceva ascoltarlo, vedere la sua espressione concentrata mentre cercava di ricordare qualcosa, sentire la sua risata per qualcosa che trovava divertente, osservare il suo imbarazzo quando davvero non riusciva a ricordarsi qualcosa. Ero sicuro di conoscerlo come e forse meglio di me stesso, e mi dava sicurezza sapere di poter sempre contare su di lui; se non ci fosse stato, non sarei riuscito a fare tutto da solo. Anche il semplice gesto di alzarmi dal letto e andare ad insegnare ai ragazzi mi sarebbe sembrato impossibile, senza di lui. Ovviamente non gli avevo mai detto niente di simile, e non l'avrei mai fatto; eravamo amici e sapeva quanto realmente tenessi a lui, anche se non ero il tipo da effusioni o che si dilunga troppo in discorsi inutili. Elijah sapeva che poteva sempre contare su di me e che avrei fatto qualsiasi cosa per lui, quindi non c'era bisogno che lo ripetessi ad alta voce o che glielo ricordassi. Lo sapeva, ero certo che lo sapesse, ed era abbastanza. Durante tutta la nostra amicizia non gli avevo mai detto neanche una volta quanto tenessi a lui, ma gliel'avevo dimostrato spesso, in molti modi; coprendogli le spalle in battaglia ad esempio, aiutandolo in ogni momento e in ogni situazione. Pensai che era bello che il nostro rapporto fosse così spontaneo e libero, che non ci fosse bisogno di parole per descriverlo, che il nostro affetto reciproco fosse così forte da non necessitare una chiarificazione. Nulla sarebbe mai cambiato tra me ed Elijah: il nostro rapporto era perfetto, e sarebbe rimasto così per sempre.

 
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PrideändPræjudicæ
CAT_IMG Posted on 6/7/2011, 15:54





Elijah Cedric Doyle
watch me ? wearing ? music ? © zimona´

La sua camera era esattamente come la mia, stessa lunghezza e stesso arredamento, elementi che mi fecero sentire ancora più a mio agio, non che ne avessi bisogno visto che ormai passavo ogni singolo giorno con Sean. La mattina mi svegliavo e sapevo che fuori dalla mia camera lui mi stava aspettando paziente per i miei movimenti lenti appena sveglio, era anche per questo che mi trovavo bene alla scuola. Era come se tutta la mia giornata ruotasse intorno alla figura di Sean, come la Terra che ruota intorno al Sole per potersi crogiolare nel suo calore vitale e quindi per non morire, lo so è una metafora alquanto strana e bizzarra, ma vi assicuro che Sean era questo per me: il mio Sole. Non avevo mai avuto dei fratelli e nemmeno delle sorelle, ma avrei voluto tanto averme almeno uno che fosse come Sean, con la sua stessa simpatia, con il suo stesso carattere e anche tutti i suoi difetti nonostante a mio parere erano davvero pochi e insignificanti in confronto ai miei. Mi riscossi dai miei pensieri quando vidi che mi stava porgendo la sedia, la presi e mi avvicinai sedendomi comodo e osservando Sean che si posizionava sul letto "Tranquillo, a mettere a posto ci penserò dopo. Piuttosto dimmi, come ti trovi qui?" mi chiese appena ci sistemammo entrambi. Lo guardai con un sorriso sincero Devo ammettere che mi trovo benissimo, l'ambiente è fantastico sono tutti così gentili e disponibili che non mi sembra quasi vero. Poi sto iniziando ad apprezzare sempre di più l'insegnamento, sento di poter far crescere i miei ragazzi avviandoli verso la giusta strada, senza che vengano distratti da falsi ideali utili sono a corrompere l'animo. Mi sembra di essere qui da sempre e invece è appena passata una settimana!dissi tutto ciò gesticolando leggermente come ero solito fare e spesso il mio viso si era esaltato, soprattutto quando avevo parlato dei miei studenti E poi ultima cosa, ma non meno importante, alla mensa si mangia dannatamente bene! nel giro di una settimana credo di aver già messo su qualche chilo dissi accennando una risata con un sorriso divertito. Tu invece, cosa ne pensi della scuola? gli chiesi curioso terminando così di parlare, avrei avuto altre mille cose da raccontargli, ma poi mi sarei dilungato troppo e non volevo annoiarlo, ogni cosa a suo tempo.

 
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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 6/7/2011, 23:21






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Sorrisi fissando Elijah divertito e ascoltandolo raccontare quanto amasse il St.James. Non avevo dubbi sul fatto che si sarebbe trovato bene in quel posto, e che avrebbe amato l'insegnamento; era il tipo di persona che riusciva a trovare sempre il buono di ogni situazione, e questo era uno dei suoi pregi che più ammiravo. Dal canto mio, io riuscivo molto più di lui a notare gli aspetti negativi di ogni situazione.
"Frena l'entusiasmo, Ced. Davvero non hai incontrato nessuna resistenza da parte degli studenti?"
Ripensai al mio primo giorno da insegnante, a quante piccole cose erano andate storte, a come avevo realizzato, troppo tardi, che fare l'insegnante non sarebbe stato affatto facile: la maggior parte di quei ragazzi non voleva imparare a controllare i propri poteri, voleva combattere e basta. Si aspettavano che gli insegnassi chissà quali incantesimi per sconfiggere chissà quali mostri - cosa che ovviamente non avevo intenzione di fare. Non il primo giorno almeno.
"Sono matti, secondo me. Sai cosa mi ha chiesto uno studente? Se è davvero possibile tornare in vita bevendo il sangue di un unicorno - sembra che l'abbia visto fare nel film di Harry Potter."
Mi alzai e mi avvicinai a lui, scuotendo la testa, poi mi sedetti al suo fianco, appoggiandogli una mano sul ginocchio e fissandolo negli occhi.
"Il sangue di un unicorno, ti rendi conto?! Penso di essere scoppiato a ridere di fronte all'intera classe."
Sorrisi al ricordo del mio disastroso primo giorno da insegnante, e allontanai la mano da Elijah. Eravamo abituati a quei contatti brevi, piccole pacche sulle spalle o sulle ginocchia, e mi sembrava del tutto normale toccarlo, anche se sempre più spesso ultimamente mi sentivo in imbarazzo pensando all'intimità che si era creata tra di noi - era fin troppo stretta per due semplici amici. Non che fosse un vero problema, e soprattutto non consideravo Elijah un "semplice amico": ci conoscevamo da così tanto, ed era diventato così importante per me, che consideravo Elijah il mio tutto. Ovviamente però, non gliel'avrei mai detto - sarebbe stato così imbarazzante, così strano, così... gay. E sicuramente tra noi non c'era quel tipo di rapporto. Eravamo amici - no, eravamo molto più di amici, e più che amanti: eravamo Sean ed Elijah, e il nostro legame era così profondo e complesso che cercare di definirlo a parole sarebbe stato come limitarlo, oltre che del tutto inutile.
Mi passai una mano tra i capelli, senza smettere di fissare Elijah; dovevo smetterla di pensare a noi due, come se fossimo una cosa sola, e dovevo smettere di pensare a cose come i sentimenti o l'amore in sua presenza; presto o tardi avrei detto qualche parola di troppo, e sarebbe diventato imbarazzante.

 
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PrideändPræjudicæ
CAT_IMG Posted on 7/7/2011, 20:41





Elijah Cedric Doyle
watch me ? wearing ? music ? © zimona´

Una volta che terminai il mio discorso tacqui mantendo però il sorriso che avevo dipinto sul volto, sarei andato avanti a parlare per ore con Sean, ma sapevo che sarei stato eccessivamente noioso e non volevo che il mio amico si annoiasse inutilmente. Lo vidi farsi curioso e quasi perplesso, conoscevo perfettamente quella sua espressione, voleva sicuramente chiedermi qualcosa. Ed ecco che un secondo dopo mi pone la domanda che poco prima lo aveva turbato contraendo leggermente i suoi lineamenti Frena l'entusiasmo, Ced. Davvero non hai incontrato nessuna resistenza da parte degli studenti?" A volte mi stupivo anche io di come ormai riuscissi a capire perfettamente Sean, insomma era un libro aperto per me, un lago limpido dove potevo vedere riflesso quello che lo turbava o le rendeva fecile e spesso mi chiedevo se anche lui mi vedesse in questo modo. La risposta era ovviamente affermativa, ci conoscevamo talmente bene che avrei affidato la vita nelle mani del ragazzo di fronte a me senza nessuna esitazione, come se fosse la cosa più normale del mondo. Spesso la gente non riusciva a capirci appieno, considerava la nostra amicizia finta e impossibile proprio perchè il nostro rapporto non sembrava propriamente di amicizia, avevamo come superato quella linea sottile che divideva l'amicizia dall'amore, ma non eravamo in nussuno dei sue emisferi, eravamo semplicemente nel mezzo tranquilli e calmi. Tornai alla realtà ripetendomi nella mente la domanda di Sean, ci pensai un attimo su e alla fine risposi sorridendo Se devo essere sincero no mio caro amico, credo che abbiano apprezzato fin da subito il mio metodo di insegnamento. A meno che continuare a fare domande ininterrottamente al professore senza lasciargli neanche il tempo di rispondere si possa considerare una cosa negativa terminai continuando a sorridere beato. Amavo i ragazzi e la loro immensa vitalità racchiusa in un corpo giovane e scattante, a volte mi ritrovavo a rimpiangere i tempi adolescenziali, ma il tempo passa per tutti e dobbiamo accettare anche questo. Lo vidi avvicinarsi alla mia postazione così girai lo sguardo nella sua direzione per poterlo osservare meglio "Sono matti, secondo me. Sai cosa mi ha chiesto uno studente? Se è davvero possibile tornare in vita bevendo il sangue di un unicorno - sembra che l'abbia visto fare nel film di Harry Potter."
A quel punto scoppiai a ridere divertito, ma davvero di gusto tanto che continuai per un pò di tempo senza che riuscissi a fermarmi. L'espressione basita e allo stesso divertita di Sean rendeva il fatto ancora più esilarante ai miei occhi. Mentre continuavo a ridere gli poggiai una mano sulla spalla e per pochi secondi appoggiai anche la fronte continuando a ridere. Oddio Sean, ma capitano tutte te? No voglio dire quei ragazzi devo conoscerli assolutamente! dissi tra una risata e l'altra Harry Potter, questa si che è buona! continuai divertito E tu chi saresti quindi? il professor Piton? dissi con occhi divertiti mentre lo squadravo però dovresti tingerti i capelli di nero, farteli crescere un pochino e assumere un'aria misteriosa e oscura dissi mentre continuavo ad osservarlo attentamente per trovare delle analogie con il professor Piton.


 
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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 8/7/2011, 14:54






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Aspettai che Elijah smettesse di ridere, ma sembrava troppo divertito per volersi fermare, così sorrisi e lo assecondai.
"Proprio Piton eh? Uhm uhm, fammi provare."
Lo fissai seriamente negli occhi, cercando di assumere un'espressione il più imbronciata possibile, finché non pronunciai le parole, con voce grave e infastidita: "E' l'ennesima volta che parla non interpellata signorina Granger. Proprio non riesce a trattenersi o prova orgoglio ad essere un insopportabile "so tutto io"?"
Fissai Elijah in silenzio per qualche secondo, serissimo, finché non scoppiamo entrambi a ridere.
"Nah, non credo che sarei stato il professor Piton."
Anche se eravamo già adulti quando erano stati pubblicati i libri di Harry Potter, li avevamo letti tutti e sette entrambi, trovandoli piacevoli; avevamo anche visto tutti i film, trovandoli molto meno piacevoli e fatti male dal quarto in poi - almeno io, Elijah era più buono nel commentare il lavoro del regista.
Sorrisi scuotendo la testa e mi alzai, fissando la stanza in disordine e non provando il desiderio di metterla in ordine; ci avrei pensato il giorno dopo, o più tardi. Disfare le valigie e sistemare la stanza non erano le mie priorità, e anzi sarei riuscito a dimenticarmene e a lasciare tutto in disordine ancora per settimane, se Elijah non fosse venuto da me di tanto in tanto per ricordarmi di mettere in ordine. Lo faceva sempre, come se fosse davvero importante che la mia stanza fosse pulita e in ordine, e quando era lui a ordinarmi di pulire non ci trovavo niente di male, non mi dispiaceva che lo facesse - era il suo modo di prendersi cura di me.
"E' tardi o ti va di andare a bere qualcosa? Non qui però, i ragazzi potrebbero vederci. Andiamo ad Harris?"
Presi la giacca e le chiavi della macchina, poi fissai Elijah in attesa. Non poteva essere così stanco da rifiutare di bere qualcosa con un amico, e soprattutto non se l'amico ero io.

 
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PrideändPræjudicæ
CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 14:50





Elijah Cedric Doyle
watch me ? wearing ? music ? © zimona´

Erano quei momenti che riuscivano ad illuminarmi la giornata, erano quegli sguardi e quelle risate che mi facevano sentire ancora più vivo di quanto non lo fossi già. Come era possibile che tutta la mia felicità dipendesse da un'unica persona? sembrava quasi una droga da cui dovevo assolutamente disintossicarmi, ma da cui non potevo e non volevo staccarmi. All'improvviso Sean iniziò a imitare il professor Piton, era sempre stato molto convincente nelle imitazioni ed era sempre riuscito a colpirmi per il suo talento. Mi ricordo ancora quando un giorno ci trovavamo entrambi nello studio del preside per uno dei nostri primi colloqui, vedendo che non arrivava nessuno dalla porta principale Sean si era alzato e sotto il mio incitamento, altrimenti non l'avrebbe mai fatto, si mise ad imitare il preside. Era davvero una imitazione degna di essere chiamata tale, inutile dire che per poco il preside non si accorse di quello che stavamo facendo, entrò proprio quando avevo bisbigliato a Sean di smettere perchè avevo sentito dei rumori provenientei da fuori. Per fortuna il preside non ci scoprì, ma vi assicuro che restare seri e impassibile davanti a quell'uomo fu davvero un'impresa. Scoppiai a ridere divertito ancora una volta per la sua splendida performance e venni assecondato dallo stesso Sean che iniziò a ridere. Le nostre risate si contrapponevano in suoni completamente opposti, la sua a parer mio era quasi cristallina, insomma proprio una bella e soave risata, mentre la mia bè la mia era totalmente l'opposto di quella di Sean, era ridicola e molto rumorosa. E' tardi o ti va di andare a bere qualcosa? Non qui però, i ragazzi potrebbero vederci. Andiamo ad Harris?" Una volta che riuscii a tornare serio, non molto facilmente devo ammetterlo, annuii alla sua domande e mi alzai a mia volta raccogliendo il mio giubotto Certo che mi va Sean dissi sorridendo mentre ci avviavamo fuori dalla sua camera.

 
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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 18:24






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Andai a prendere la macchina e feci aspettare Elijah davanti all'ingresso della scuola; quando arrivai lo vidi lì davanti, in attesa, e sorrisi. Suonai il clacson e vidi la sua faccia stupita guardarsi attorno, finché non mi avvicinai di più alla scuola e aprii la portiera.
"E' arrivata la carrozza miss, la prego di salire a bordo."
Entrò sorridendo e partimmo, diretti ad Harris. Non conoscevo molto la cittadina, perché avevo passato tutto il mio tempo dall'arrivo ad Hunter Island al St.James, ma avevo sentito dire che era carina e che gli abitanti erano generalmente ben educati.
"Ti dispiace se metto la musica? Oggi, Beatles."
Quando Elijah scosse la testa alla mia richiesta presi un cd e lo infilai nel lettore cd della radio; dopo pochi secondi le note di "Happiness is a warm gun" dei Beatles invasero la macchina, rendendo l'atmosfera più rilassata di quanto già non fosse. Avevo sempre amato i Beatles; da piccolo ricordo che li ascoltavo con mio padre, vedendolo sorridere e scuotere la testa di fronte alla musica "strana" di quei quattro ragazzetti di Liverpool. Anche se quando ero nato i Beatles si erano ormai definitivamente sciolti, la loro musica aveva continuato ad animare le case di molte famiglie, inglesi ma non solo, per tutti gli anni a seguire. Da parte mia li consideravo la migliore band di sempre, e non credevo che nessuno sarebbe mai riuscito a reggere il confronto con loro: la perfezione non si può superare, ed è difficile da eguagliare. Elijah non aveva la mia stessa passione per la banda, e anzi a volte mi prendeva in giro quando parlavo con troppo ardore di Paul McCartney o John Lennon, ma in generale credeva che fosse buona musica e non gli dava fastidio ascolarli - il che accadeva quasi sempre nella mia macchina o a casa mia.
"Insomma, davvero, niente è meglio dei Beatles. Neanche il sesso."
Vidi Elijah al mio fianco che stava trattenendo le risate, così sbuffai divertito e scossi la testa.
"Va bene va bene, la smetto. Sai che quando ascolto i Beatles... Senti qua!"
Erano ormai le note finali di "Happiness is a warm gun", e alzai il volume, forse leggermente troppo. Allungai un braccio verso Elijah, stringendo il suo, e mi voltai a fissarlo, cantando: "Happiness is a warm, yes it is, guuuuuuun.. Well, don't you know happiness is a warm gun, mamaaaa?"
Mi ero lasciato trasportare troppo e stavo praticamente urlando, la mano ancora stretta sul braccio di Elijah, il viso un po' rivolto alla strada un po' verso il mio amico. Sentii degli strani sbuffi provenire da lui e lo fissai stupito, finché non vidi che stava, inutilmente, cercando di trattenere le risate. Scoppiai a ridere e alzai le spalle.
"Be', è una canzone che ti prende... niente alcolici per me questa sera, è meglio."
Sorrisi e ripresi a guidare, pensando che solo con Elijah mi comportavo così, solo con lui ero davvero me stesso. Un pazzo, fan sfegatato dei Beatles e pessimo cantante. Ma a lui sembravo andare bene anche così, ed ecco perché mi piaceva così tanto passare il tempo con Elijah: vedeva quella parte di me che normalmente tenevo nascosta e di cui a volte mi vergognavo, e l'apprezzava. Non avrei potuto desiderare un amico migliore di Elijah, e senza dubbio non ne avrei mai trovati di più onesti o leali. Elijah era unico.


 
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PrideändPræjudicæ
CAT_IMG Posted on 10/7/2011, 23:41





Elijah Cedric Doyle
watch me ? wearing ? music ? © zimona´

Vidi Sean allontanarsi e farmi cenno di aspettarlo lì fuori davanti all'ingresso monumentale della scuola. Feci come mi disse e aspettai mentre mi sistemavo la giacca per bene, non ero un perfezionista, ma ci tenevo a preservare un certo rigore. Erano ormai passati dieci minuti buoni, ma dove cavolo si era cacciato Sean? sicuramente non mi avrebbe mai abbandonato qui da solo, era semplicemente in ritardo; ecco infatti che una macchina si avvicina proprio dove mi trovavo, vidi la portiera aprirsi e sorrisi divertito nel sentire le parole del mio amico "E' arrivata la carrozza miss, la prego di salire a bordo." entrai e lo ringraziai a tono Oh grazie my lord, molto gentile da parte vostra dissi mantenendo per un pò un certo tono e rigore. La nostra destinazione era un pub nel centro di Harris, la cittadina che ospitava la scuola. Non l'avevo visitata molto da solo, gli impegni scolastici mi avevano tenuto molto occupato però questa sera sarebbe stata la volta buona. La macchina di Sean non era lussuosa o prestigiosa, ma era davvero molto comoda, spesso durante i viaggi lunghi mi addormentavo senza rendermene conto, cullato dal suo lento movimento e dalla sua comodità. Ogni volta però Sean metteva sempre la musica, non che mi dispiacesse anzi, solo che era davvero un fanatico e metteva sempre e solo i Beatles. Mi sembrava strano che non mi avesse ancora chiesto se poteva accendere la radio, ma sapevo che da un momento all'altro l'avrebbe fatto "Ti dispiace se metto la musica? Oggi, Beatles." sorrisi e scossi il capo, ecco! io non sbagliavo mai quando si trattava di Sean, lo conoscevo come le mie tasche. La canzone che aveva scelto non mi dispiace affatto, anzi era una delle mie preferite dei Beatles che ovviamente avevo iniziato ad apprezzare grazie alla sua passione. "Insomma, davvero, niente è meglio dei Beatles. Neanche il sesso." disse ad un certo punto il ragazzo, cercai di trattenere le risate, ma dovetti utilizzare tutto il mio autocontrollo perchè stavo rischiando di ridergli in faccia e non volevo offenderlo, anche se sapevo che non si sarebbe mai offeso. "Va bene va bene, la smetto. Sai che quando ascolto i Beatles... Senti qua! Ecco che ora si scatenava, iniziò ad alzare il volume della radio sulle note finali della canzone iniziando a cantare a squarciagola tenendomi il braccio. A quel punto scoppiai a ridere senza riuscire più a trattenermi, Sean era davvero esilarante; non sapevo neanche una parola di quella canzone, ma decisi di unirmi al suo canto "idilliaco" guuuuuuun....mamaaaaa? non sapevo neanche io quello che stavo dicendo e non riuscivo a smettere di ridere, quand'era stata l'ultima volta che mi ero divertito così? l'ultima volta che avevo visto Sean. Questa nostra esibizione sfegatata terminò appena Sean riprese il controllo della vettura e io ripresi il controllo di me stesso "Be', è una canzone che ti prende... niente alcolici per me questa sera, è meglio." per poco non scoppiai nuovamente a ridere A questo punto direi niente alcolici anche per me, mio caro Seanesordii ma come tu ben sai diciamo sempre così e poi ci ritroviamo con tre bicchieri di whisky vuoti davanti a noi dissi sorridendo divertito e dandogli una pacca sulla spalla. Sapevo che quella serata sarebbe stata speciale e unico, come tutte quelle che passavo con Sean, il mio amico più fidato.

 
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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 18:55






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Ero riuscito ad aprire la porta di casa dopo tre tentativi, tante risa e una botta di Elijah, che mi aveva colpito sull'avambraccia con fin troppa forza; la mattina dopo mi sarei svegliato con un livido, oltre che con un mal di testa pazzesco per via della sbronza. Dio, avevamo davvero bevuto troppo, ed eravamo ubriachi fradici; per tornare indietro il barista ci aveva chiamato un taxi, perché non me la sentivo di guidare in quelle condizioni, ed eravamo arrivati sani e salvi. Normalmente non bevevamo così tanto, giusto un bicchierino una volta o l'altra, ma quella sera avevamo avuto tante cose da festeggiare: il nostro inizio al St.James, i nostri incarichi di professori, una nuova vita dedita all'insegnamento... e poi le cose erano degenerate. Avevamo brindato per i Beatles. Per la mia giacca di pelle. Per la barba di Elijah, che voleva farsi crescere fino ad assomigliare a Silente. Per Harry Potter e il professor Piton. Per le tartarughe. Per le cavallette giganti e per gli ippopotami. Avevamo continuato a brindare e bere per quasi due ore, finché il barista non aveva avuto pietà di noi e ci aveva gentilmente consigliato di andarcene; altrimenti, il suo gorilla, Bob, ci avrebbe fatto andare via non così tanto gentilmente. Fortunatamente quella sera al pub eravamo praticamente gli unici clienti, e non c'era nessuno del St.James; se ci avessero visto in quel modo, la nostra reputazione di professori sarebbe stata rovinata.
Entrai in camera a fatica e buttai le chiavi per terra; quando rimbazarono su qualcosa, provocando un rumore fin troppo forte, io ed Elijah scoppiammo a ridere, e le nostre risate aumentarono quando lui chiuse la porta, facendola sbattere e provocando un'ulteriore rumore troppo forte.
"Eliiijaaah, la... la porta! Il rettore... ahah, il rettore ci... ci butterà via! Via!"
Scoppiammo a ridere nuovamente, e mi avvicinai al letto, sdraiandomici poi sopra, sorridente. Chiusi gli occhi, ascoltando le risate soffocate di Elijah che andavano via via disperdendosi. Credevo di essermi addormentato, quando sentii che qualcuno si era appoggiato alla mia spalla; aprii lentamente gli occhi e vidi la testa di Elijah al mio fianco, gli occhi chiusi, il respiro calmo e regolare: si era addormentato.
"Puoi... puoi stare qui questa... notte."
Borbottò qualcosa in risposta, muovendosi leggermente, e richiusi gli occhi. Mi sentivo bene, perché il corpo caldo di Elijah al mio fianco mi riscaldava, e perché quella sera ci eravamo davvero divertiti. Come ai vecchi tempi.

 
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PrideändPræjudicæ
CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 21:25





Elijah Cedric Doyle
watch me ? wearing ? music ? © zimona´

Avevamo passato una serata a dir poco pazza e scatenata, ma soprattutto inaspettata. Insomma chi l'avrebbe mai detto che saremmo finiti ridotti in questo modo? Del resto ci eravamo recai al pub solamente per festeggiare in allegria da buoni amici, ma non per finire come due adolescenti alle prese con la prima sbornia come sembravamo. Questa serata però divenne epica, me la ricorderò per tutta la vita, piano piano i bicchiari vuoti erano aumentati e le risata si erano fatte più grasse e incessanti. Ero stato assalito da un fortissimo crampo allo stomaco per la troppa ilarità e davvero non riuscivo a farmelo passare. Nella foga avevamo iniziato poi a brindare per cose inutili e senza senso, per esempio avevamo brindato perchè avevo dichiarato che mi sarei fatto crescere la barba lunga come quella di Silente, fu uno dei momenti più esilaranti dove caddi dalla sedia su cui ero seduto per poi rotolarmi sul pavimento piegato in due dalle risate. Il problema si presentò quando dovemmo tornare alla scuola, io nella macchina di Sean non ci avrei mai messo piede, insomma sembrava uno zombie ambulante e non si reggeva in piedi! E poi ecco che subentrò quel gentiluomo del barista che ci chiamò un taxi, in quel momento mi sembrò il giorno più bello della vita e iniziai a benedire il buon uomo con parole in latino senza senso mentre gesticolavo assorto Gallia est omnis divisa partes tres....Ad eas res conficiendas...populi amicus appellatus erat! urlai la fine della benedizione, che mi ricordava stranamente il De Bello Gallico di Cesare, e vidi arrivare il taxi. Salimmo entrambi senza smettere di ridere e di sparare cavoltate su argomenti imbarazzanti e infantili. Fortunatamente la scuola non era molto lontana e il tragitto fu breve, ma molto divertente; il tassista decise di non farci pagare il viaggio, che uomo cortese! mi avvicinai a lui per dedicargli anche a lui una mia benedizione personale, ma mi scansò dicendomi che era già benedetto abbastanza. Arrivare in camera di Sean fu na vera impresa, le scale sembravano montagne insormontabili per noi due, inciampavamo ogni due gradini e dovevamo ricominciare da capo. Come se non bastasse le nostre risate non si erano ancora fermate e stavamo facendo un sacco di rumore. Finlamente, dopo un tempo che sembrò indeterminato, arrivammo nella stanza, non pensai a niente, volevo solamente sdraiarmi e dormire, dormire come non avevo mai fatto. Sean....io letto....dormo...Gallia est omnis divisa.. si lo ammetto stavo sparando parole a vanvera un pò inglese e un pò latino, ma soroliamo che è meglio. Mi buttai a capofitto nel letto e, come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi appoggiai alla spalla di Sean, era calda e invitante proprio come un cuscino. Mi sistemai per bene e piano piano sentii gli occhi chiudersi con un pensiero che attraversava per l'ultima volta la mia mente stanca: ero appoggiato a Sean e mi trovavo perfettamente a mio agio.

 
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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 22:33






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Aprii gli occhi lentamente, richiudendoli un'istante dopo per via della luce accecante; sentivo la testa pulsare e mi faceva malissimo, segno del fatto che la sera precedente avevo davvero bevuto troppo. Mi alzai e aprii nuovamente gli occhi, questa volta facendoli abituare gradualmente alla luce della stanza; quando capii di riuscire a vedere ciò che mi circondava abbastanza bene, feci qualche passo in avanti, guardandomi intorno. Il mal di testa era ancora fortissimo, e la vista della stanza in disordine - molto più del solito - non mi aiutò a rilassarmi.
"Merda, cos'abbiamo fatto ieri sera?"
Quando un grugnito rispose alle mie parole mi voltai, e vidi Elijah sdraiato nel mio letto, di fianco a dove poco prima mi trovavo io. Sospirai e mi avvicinai a lui, per controllare se stava bene - non si poteva mai sapere, dopo quanto avevamo bevuto la sera prima. Non era la prima volta che Elijah dormiva da me, ma quando mi accorsi di essere mezzo nudo - indossavo solo i boxer - e diedi un'occhiata a qualche bottiglia sparsa qua e là per l'appartamento, pensai che se qualcuno fosse entrato in quel momento non sarebbe riuscito a trattenersi da pensieri fin troppo maliziosi. Se nel mio letto ci fosse stata una ragazza l'avrei capito, ma quello era Elijah! Non avrei mai fatto cose di quel tipo con lui, mai.
Mi sedetti sul letto e voltai la testa verso di lui, quando notai che non indossava la maglietta che aveva la sera prima - il lenzuolo gli lasciava scoperta una parte di petto, nudo. Era una situazione strana, che stava diventando sempre più strana di minuto in minuto.
"Ehi... Elijah?"
Lo chiamai in un sussurro, che ovviamente non sentì; sospirai e lo fissai ancora, quando improvvisamente mi venne un'orribile sospetto. Ma no, non poteva essere successo niente di strano la sera precedente; va bene che eravamo ubriachi, ma non così ubriachi da fare... cose di cui ci saremmo pentiti entrambi. E poi perché stavo pensando a quello? Eravamo amici, amici e basta, e per quanto ubriachi due amici che si trovano in una stanza insieme non devono per forza fare... magari avevamo semplicemente avuto caldo durante la notte e ci eravamo spogliati. Stavo pensando troppo, e a cose inutili. Sicuramente Elijah portava ancora i pantaloni. Sicuramente. Ma non ne ero del tutto certo, non lo ero affatto, e sapere, vedere che Elijah aveva addosso i suoi pantaloni mi avrebbe confortato. Dovevo solo... allungai un braccio, ma ero ancora troppo distante da lui, così salii meglio sul letto e mi avvicinai al suo corpo inerme.
"Non sto facendo... insomma sai, è per... oddio, sto parlando con un tizio che dorme."
Scossi la testa e chiusi gli occhi, respirai a lungo per calmarmi, poi alzai leggermente il lenzuolo che copriva la parte inferiore di Elijah. Guardai, ma l'avevo sollevato troppo poco, non riuscivo a vedere più in giù dei suoi addominali. Sospirai più volte, poi, in un gesto di stizza, gli tolsi del tutto il lenzuolo, scoprendo il suo corpo nudo. Rimasi a fissare il suo membro, nudo ed eretto, finché non mi accorsi che Elijah si era svegliato e mi stava fissando.

 
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PrideändPræjudicæ
CAT_IMG Posted on 30/7/2011, 13:25





Elijah Cedric Doyle
watch me ? wearing ? music ? © zimona´

Dove ero capitato? quel luogo sembrava così tenebroso e maligno che deisderavo solamente allontanarmi il più possibile da lì, ma per qualche strana ragione i miei piedi non mi obbedivano, ero come bloccato in mezzo al nulla. La sensazione di smarrimento e di terrore che mi attraversò mi scosse talmente tanto che sentii le gambe iniziare a tremarmi incessamente, cercai invano di mantenere la calma, ma niente in quel momento riusciva a tranquillizzarmi. All'improvviso quando meno me l'aspettavo sentii qualcuno saltare a cavalcioni sulla mia schiena aggrappandosi stretto con le braccia al mio collo Ma che diavolo?... inizia mentre cominciavo a divincolarmi cercando di scrollarmi di dosso quella cosa che mi si era appiccicata addosso. Nonostante sembrassi un fersennato mentre scuotevo convinto tutto il corpo quella creatura non voleva saperne di staccarsi da me, anzi continuava a ridere prendendosi gioco di me Sembri uno stupido, puzzolente e ottuso troll di montagna caro Elijah la sua voce era così stridula e graffiante che solo nel sentire le sue parole sentii una rabbia crescente. Io ottuso?! Quell'offesa mi aveva profondamente scosso tanto che, spinto da una forza sconosciuta, riuscii a liberarmi della cosa che poco prima era stata aggrappata al mio collo. Mi girai con uno sguardo trionfante mentre ghignai Ahhh! adesso chi è ride é? ma la creatura che avevo davanti non era un uomo era bensì un...fauno? Che Dio mi aiuti, si era proprio un fauno con le gambe da capra e il petto da uomo. Ma c'era qualcosa di strano molto strano, il suo volto mi ricordava qualcuno di tremendamente familiare, ma certo! quello era il volto di...Sean. Davanti al mio evidente stupore il fauno misterioso iniziò a ridere forte con quella sua risata stridula e tremendamente fastidiosa e fu proprio in quel momento che persi la pazienza Senti tu.....coso! ascoltami bene dissi esitando un attimo bel pronunciare il nome della sua specie, speravo con tutto il cuore che fosse solamente un dannatissimo sogno altrimenti addio sanità mentale! Chi diavolo sei? chiesi in fine curioso e disgustato nel vedere il suo volto aprirsi in un sorriso che mostrava ahimè una fila di denti gialli come non ho mai visto. Io sono Seannino e sono qui per rivelarti una cosa molto importante Elijah, tu diventerai... aspettai ansioso che finisse la frase, ma venni catturato da un vortice talmente veloce che un secondo dopo mi ritrovai sdraiato su un letto, girai lo sguardo e quello che vidi mi paralizzò all'istante: ai piedi del letto c'era Sean con in mano le lenzuola, apparentamente quel gesto sembrava innocuo, ma ciò che mi preoccupò fu ritrovarmi nudo nel suo letto, ma soprattutto la vista di Sean con addosso solamente dei boxer che guardava qualcosa in basso. Seguii il suo sguardo e vidi ciò che stava osservando Oh Dio! imprecai strappandogli dalle mani il lenzuolo e iniziando a coprirmi freneticamente senza alzare lo sguardo a guardarlo Ma dannazione che cosa stavi facendo Seannino?? urlai guardandolo in preda ad un rossore improvviso del volto, dovevo sembrare un pomodoro. Mi accorsi all'improvviso che l'avevo chiamato come il fauno del sogno, ma non cercai di correggermi, quella situazione era troppo strana e troppo ambigua che non mi importava di nient'altro. Continuando a vedere il suo volto sconvolto e titubante mi alzai all'improvviso dal letto con le lenzuole strette intorno alla vita e mi guardai intorno: la stanza era davvero in pessime condizioni, c'erano bottiglie di birra e di vino sparse per tutto il pavimento insieme ai nostri vestiti. Mi sentii davvero male al pensiero che mi assalì: che cosa avevamo fatto quella sera? Niente assolutamente niente era stato il mio primo pensiero, ma trovandomi in questa situazione pensai seriamente che l'alcool ci aveva indotti a compiere azioni leggermente inadatte se così posso definirle. Mi giari ancora verso di lui rosso in volto e con uno sguardo molto, ripeto molto, sconvolto Si può sapere cosa è successo qui Sean? Io non ricordo niente quindi esigo delle spiegazioni! quasi urlai non per l'arrabbiatura, non ero arrabbiato, bensì per lo sgomento e per la paura di quello che fosse accaduto.

 
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Wanderer.
CAT_IMG Posted on 31/7/2011, 20:31






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Sapevo che sarebbe successo, insomma, quando mai sono stato fortunato? Mai, appunto, quindi avrei avuto sfortuna anche quella volta; infatti, proprio nel momento in cui ero riuscito a scostare il lenzuolo e a scoprire, con sorpresa, che Elijah era nudo, lui si svegliò. Intuii che si era svegliato quando mi ritrovai a fissare i suoi occhi esterrefatti, incapaci di capire cosa stava succedendo. Poi vidi passare la comprensione nel suo sguardo e infine l'imbarazzo: si alzò di scatto, rosso in viso, usando il lenzuolo per coprire le sue parti intime e avvolgendoselo intorno alla vita. Rimasi in silenzio, fissandolo, lo sguardo vuoto, finché non lo sentii esclamare: "Oh Dio! Ma dannazione che cosa stavi facendo Seannino??". Seannino. Era un nuovo soprannome? Lo guardai senza capire, finché lo stupore non riprese possesso di me, facendomi ricordare cos'era successo pochi secondi prima, e il perché Elijah aveva un lenzuolo, il mio lenzuolo, intorno alla vita. Mi alzai in piedi e feci un passo verso di lui, per poi ritrarmi quando vidi il suo sguardo: imbarazzato, sì, ma anche diffidente, come se... come se avesse paura di me. Di qualcosa che avrei potuto fargli. Abbassai lo sguardo e tornai a sedermi sul letto, cercando di controllare le mie emozioni e dando la schiena ad Elijah; avevo bisogno di pensare, di capire, di ricordare, ma non mi era possibile farlo con lui lì, il mio pensiero tornava continuamente alla scena con il lenzuolo di cui ero stato l'artefice. Arrossii, non riuscendo ad impedirmi di pensare a cosa avevo trovato quando avevo sollevato il lenzuolo. Riuscii a controllarmi e mi voltai nuovamente verso Elijah, pensando che era la prima volta in assoluto in tutta la mia vita... la prima volta che non volevo vederlo. Le sue parole e il suo sguardo sconvolto mi raggiunsero all'istante: "Si può sapere cosa è successo qui Sean? Io non ricordo niente quindi esigo delle spiegazioni!"
Sorrisi maliziosamente mio malgrado, alzando le spalle.
"Non lo so, Elijah, non lo so. Eravamo ubriachi! Potrebbe essere successo di tutto."
Mi accorsi troppo tardi che era la cosa sbagliata da dire. Lui mi prese alla lettera, e lo stupore sul suo viso aumentò, di pari passo con il suo imbarazzo.
"No, non intendevo... insomma, abbiamo bevuto e poi siamo andati a letto. A dormire, a dormire! Abbiamo dormito fino a questa mattina, fine."
Annuii con forza, cercando di essere convincente, ma si vedeva che non ci credevo neanche io; la diffidenza di Elijah non diminuì, come avevo sperato, e il suo stupore non scemò: non ero riuscito a tranquillizzarlo, a dirgli che sicuramente non avevamo avuto rapporti sessuali. Sarebbe stato così facile dirlo: Elijah, noi non abbiamo fatto sesso. Semplice. Ma quando provai a dirlo sentii la mia lingua bloccarsi, e non riuscii a pronunciare neanche una parola; quello che dovevo dire era chiaro nella mia testa, quelle parole erano lì, cristalline, ma non volevano uscire. Mi alzai in piedi, nervoso, e cercai di sorridere, poi fissai Elijah, serio: "Elijah... Elijah... dammi un momento."
Vidi il suo viso stupefatto annuire in modo poco convinto, poi mi voltai, dandogli le spalle e concentrandomi. Sussurrai a me stesso quelle parole, più e più volte: "Non abbiamo fatto sesso, non abbiamo fatto sesso, non abbiamo fatto sesso. Dannazione, se avessi fatto una cosa simile me ne ricorderei!"
Sentii qualcuno tossire alle mie spalle e mi voltai, lo sguardo duro, deciso.
"Elijah."
Il mio tono fu più duro del previsto e il volume di quell'unica parola troppo alto; sorrisi e mi scusai con lo sguardo.
"Devo dirti una cosa. Noi... noi..."
Coraggio, era il momento: noi non abbiamo fatto sesso. Cinque parole, solo cinque; non sarebbe stato poi così difficile pronunciarle, vero?
"Noi non... non..."
...abbiamo fatto sesso. Non l'abbiamo fatto. Su, potevo farcela; le parole ora erano diventate solo tre, anche un bambino ci sarebbe riuscito. Per quanto se un bambino avesse detto una cosa simile sarebbe suonato strano.
"Non... il punto è che noi non... non abbiamo..."
Ecco il mio momento, adesso o mai più; buttati Sean, pensai, ce la puoi fare.
"Non abbiamo... non abbiamo brindato abbastanza ieri sera! Che ne dici di uscire anche... adesso? Eh? Una bevuta con il vecchio zio Sean, ci stai?"
Sorrisi incoraggiante e mimai il gesto di bere da un boccale di birra, mentre Elijah mi guardava allibito. Non ero riuscito a pronunciare quelle tre, semplici parole; il sorriso si spense e il mio volto divenne una maschera impenetrabile. Mi voltai e iniziai a cercare i miei vestiti, mandando al diavolo la persona che aveva fatto quel disordine in camera mia... cioé me stesso.

 
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