the prisoner of my nightmares.

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CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 08:00
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Andrew Emile DaCosta *

Avete presente quando i baci più belli vengono descritti come fuochi d'artificio, esplosioni e strani crampi allo stomaco? Andrew riuscì a provare tutto quel ben di dio in un solo istante, il tempo necessario affinchè quella vecchia macchina fotografica riuscisse ad immortalare quel loro bacio. un bacio a stampo, casto ed apparentemente insignificante, quando in realtà era più carico di emozioni rispetto a qualsiasi altro bacio che Andrew avesse mai dato in vita sua. Spense la macchina fotografica senza nemmeno controllare come fosse uscita la fotografia e la lasciò sulla scrivania tornando a guardare Leon con una espressione alluccinata.
Riusciva a leggerle ancora negli occhi e nell'espressione che il suo amico aveva sul volto, avevano scatenato qualcosa in lui quelle semplici carezze che le loro labbra si erano scambiate? perchè se quel bacio avesse scatenato almeno la metà delle cose che aveva sentito Andrew.. bhè, amici miei cari, la biondina del primo anno è appena stata superata in classifica da un ragazzo, da Leon.
Anrw si avvicinò nuovamente a leon, non riuscendo a fare a meno, non riuscendo a scrivere la parola fine a quel momento così personae e magico; si avvicinò dunque, ed spostando dietro il suo orecchio una ciocca di capelli praticamente inesistente lo guardò negli occhi. " ti senti bene?..perchè io non mi sento tanto bene.." Sorrise poi sincero avvicinadosi ancora a lui.
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allora u_u post per la simo, ovviamente!
p.s. non ho postato la scheda di cosetto, tanto già la conosci e devi ruolarci solo te con lui u_u
p.p.s. ho ripostato il mio ultimo post della role che avevamo sull'altro gdr, così continuiamo da lì *-* <3
 
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zimona´
CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 12:39




leon bingley
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Avete presente quei momenti magici e totalmente perfetti che fanno apparire tutto intorno sfuocato mentre la persona che si ha davanti sembra quasi brillare? Quei momenti che durano non più di pochi secondi ma sono talmente carichi, quasi saturi di emozioni da sembrare più intensi di tutti i momenti felici di un intero anno? Leon sentiva in quel momento di non riuscire a provare qualcos'altro di più forte di quello che stava sentendo. Era sconvolto da se stesso, da quello che aveva dentro e dal modo in cui Andrew riusciva a scavare e portare alla luce sentimenti tanto profondi. Non gli interessava sapere cosa ci avrebbe fatto con quella foto o da dove diavolo aveva recuperato quella macchina fotografica. Probabilmente in una situazione normale lo avrebbe tempestato di domande, come suo solito, soffocandolo, quasi, con le sue chiacchiere. Era sempre stato lui a interrompere i silenzi che venivano a formarsi tra loro due. Non riusciva a non parlare e sparare frasi, a volte senza senso, solo per riempire il vuoto. No, in quel momento non desiderava infrangere quell'atmosfera tra loro. Era così calda e avvolgente. Intima. Il cuore di Leon non aveva mai smesso di sbattere contro la sua cassa toracica ed era andato in iperventilazione, lo sapeva. Cercò di regolarizzare il respiro mentre osservava Andrew che aveva un'espressione strana quanto la sua. Sapeva che anche lui aveva provato qualcosa, qualcosa di speciale, di intenso, di sconvolgente. Lo sapeva perché era la prima volta che gliela vedeva in faccia. Lanciò la macchina fotografica sulla scrivania e gli si avvicinò. I loro visi a specchio riflettevano la stessa emozione. Alle sue parole, scoppiò a ridere. Cercò di trattenersi, si sforzò tantissimo. Era ovvio che nemmeno lui stava bene. Era euforico, felice, emozionato come mai in vita sua.
« Non sapevo di essere così bravo da farti star male! » gli rispose scherzando. Si mossero insieme, l'uno verso l'altro. Leon gli afferrò le mani, stringendole e accarezzandole allo stesso tempo. Aveva voglia di abbracciarlo e di stringerlo.
« Nemmeno io mi sento tanto bene... » disse tornando serio. Lo guardò negli occhi, mordendosi il labbro inferiore da dentro la bocca.




perfect v_______v
 
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CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 13:49
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Andrew Emile DaCosta *

Leon aveva preso le sue mani, le mani di Andrew; queste non avevano opposto resistenza, anzi, avevano accompagnato ogni suo movimento mentre gli occhi del ragazzo sembravano non riuscire a staccarsi da quelli di Leon. Rimaneva sempre sorpreso dalle parole di Andrew, leon, sembrava sempre che ogni qual volta Andrew si facesse vedere vulnerabile lui lo trovasse a dir poco strano, quasi non reale. Tutta questa sua sorpresa lo fece incazzare, anzi no, lo fece semplicemente innervosire. Andrew accennò un passo indietro prima di sentire che anche Leon non riusciva a sentirsi propriamente bene. Accennò un sorriso al lato sfilando le mani intrappolate dalle sue e dandogli una spinta all'altezza delle spalle lo lasciò ricadere - quasi violentemente - sul letto. Si avvicinò fino a sbattere le ginocchia contro il letto e rimase ad osservarlo.
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zimona´
CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 14:51




leon bingley
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Dopo aver ammesso che anche lui non si sentiva molto bene, Leon rimase un po' sorpreso dalla reazione di Andrew. Aveva sorriso, un sorriso accennato che Leon doveva cominciare a temere. Voleva rispondergli con un sorriso a sua volta, ma quello che uscì era più una smorfia, sollevando gli angoli della bocca in modo troppo timido per i suoi soliti modi di fare. Non si sentiva bene, no! Imbarazzo e timidezza per Andrew? Se c'era una cosa che non aveva mai provato per lui era la timidezza. Si conoscevano da anni, quasi una vita, erano migliori amici e erano la persona più importante l'uno per l'altro. Non aveva mai provato imbarazzo nel dire le cose o esprimere un parere, né si era mai vergognato di fargli palese quello che sentiva o provava. D'un tratto perché si sentiva timido in sua presenza? Forse era stato quel bacio e quel momento tanto intimo da imbarazzarlo. Non ne capiva il motivo, ma poco importava al momento. Andrew gli si avvicinò e lo spinse sul letto. Sebbene lo avesse colto di sorpresa, Leon fece in tempo a portare le mani dietro il busto, in modo da far pressione sul materasso e rimanere dritto.
« Hey! » disse aggrottando le sopracciglia. Che gli passava per la testa? Aveva detto che nemmeno lui si sentiva molto bene, era quello il suo modo di farlo riprendere? Lo guardò stranito, semi disteso sul letto. Si erano ritrovati da un giorno e Andrew già si era comportato in maniera strana più di una volta.

 
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CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 14:58
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Andrew Emile DaCosta *

Andrew lo osservò, osservò a lungo. Si fosse trattato di un altro, probabilmente, ciò che gli sarebbe passato per la testa sarebbe stato " Cazzo fai ancora lì, sparisci.. sembri un cretino su quel letto!" ma si trattava di Leon e a spingerlo sul letto era stato proprio lui, Andrew in persona e nel pieno delle sue facoltà. Si passò una mano sul volto prima di inscenare uno sbadiglio. Si grattò poi il petto affondando le unghie - seppur cortissime - nella sua carne e spostando lo sguardo da Leon alla porta. Dovresti andare via. Ora. ASnnuì convinto e facendo dei passi indietro afferrò il suo mazzo di carte, lasciato incustodito sulla scrivania. Iniziò a giocarci e lasciò cadere sul pavimento quattro carte scoperte, i quattro assi. Quel gioco gli riusciva sempre bene, fin troppo, riusciva addirittura ad annoiarlo il non avere più ilò dubbio della riuscita. Si inumidì il labbro inferiore osservando leon che facendo forza sulle braccia si era messo a sedere ai piedi del letto e si stava rialzando. Una morsa gli fece contorcere le membra, si sentì davvero morire.
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CAT_IMG Posted on 9/7/2011, 15:31




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Andrew l'aveva spinto sul letto ed era rimasto a guardarlo dall'alto. Nonostante Leon avesse in viso un'espressione alquanto stranita, che significava "dammi una spiegazione", Andrew non fece niente che potesse giustificare quel gesto. L'aveva spinto e ora se ne stava immobile a guardarlo e sbadigliare. Sbadigliare! Leon era scioccato, a dir poco: come poteva sbadigliare come nulla fosse e davanti a lui, per giunta? Spalancò gli occhi al sentire le sue parole. Gli aveva detto di andare via, subito. Doveva aver bevuto qualcosa o inalato qualche strano vapore. Era stato Andrew a invitarlo lì, mostrargli la foto, baciarlo e spingerlo sul letto, giusto? Leon non si era immaginato tutto. E ora lo stava invitando ad andare via. Sembrava più un ordine, però, che un invito. Ancora una volta, ed era già la terza quel giorno, a Leon sembrò di aver saltato un passaggio, un punto di fondamentale importanza per capire i gesti del suo amico.
« Cosa? » gli chiese, quasi urlando. Si tirò su, sedendosi per bene per poi alzarsi dal letto. Era troppo strano, troppo veloce. Sembrava come se tutto quel che era successo quel giorno fosse stata opera di Andrew e che lui, ora, lo stesse distruggendo. Si avvicinò a lui, irritato dal suo comportamento senza senso. Insomma, guardatelo, ora se ne stava tranquillamente a giocare con le sue amate carte. Avrebbe voluto prenderle e lanciarle in aria, ma si trattenne.
« Cosa significa che me ne dovrei andare? » chiese non appena si fu avvicinato. Avrebbe voluto leggergli nel pensiero per capire cosa stesse pensando. Poteva essere un pensiero che condivideva solamente lui, ma il comportamento di Andrew non aveva senso, né ragione.

 
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CAT_IMG Posted on 10/7/2011, 11:16
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Andrew Emile DaCosta *

Leon era fermo di fronte ad Andrew, a meno di un passo di distanza e sembrava non avere intenzione di staccare quegli occhi così indagatori e curiosi dal ragazzo che si era comportato in modo a dir poco strambo. Perchè sembrava non voler capire cosa, in modo davvero sottile ma palese, Andrew stava cercando di comunicargli? Perchè? probabilmente lui si era sbagliato, aveva passato quell'ultimo anno a pensare a quel bacio mentree, il suo amico, Leon, non aveva dedicato a quel momento nemmeno un pensiero ma solo il ricordo della vergogna e dell'errore. Andrew sospirò e lasciando cadere per terra tutte le carte appoggiò le mani sul collo di leon, gli si avvicinò e socchiudendo gli occhi appoggiò la sua fronte contro quella del ragazzo di poco più basso di lui.Come dovevo fare per convincerlo che stavolta avevo vermente intenzione di cambiare stile, niente più azioni a effetto, via dalla trama dei caratteri meschini che hanno fatto scappare letteralmente il mio pubblico di persone care in passato? "Leon, io.."
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zimona´
CAT_IMG Posted on 10/7/2011, 22:41




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Leon non riusciva a capire Andrew. Strano ma vero, era quel che era successo in quel momento, nella stanza del suo migliore amico. E non riusciva a comprendere quel che gli passava per la testa, forse per la prima volta in tutti quegli anni di amicizia. Si era avvicinato a lui, quasi arrabbiato per quel che aveva detto. Si comportava in maniera strana, diversamente da come era prima di quell'anno passato lontano da lui. Tuttavia, quei sentimenti irritati quasi sparirono non appena notò qualcosa in Andrew, dopo essersi avvicinato. Era una sensazione, ma mai le sue sensazioni avevano ingannato Leon, non quando riguardavano il suo amico. Sentiva che c'era qualcosa che non andava, qualcosa che lo tormentava e lo distruggeva, quasi. L'irritazione lasciò il posto alla preoccupazione. Non era mai riuscito a rimanere arrabbiato con Andrew per più di un'ora, come avrebbe potuto rimanerlo in quel momento, quando sentiva che c'era qualcosa che lo opprimeva?
Andrew lo raggiunse, eliminando con pochi passi la breve distanza che li divideva. Lasciò cadere a terra le carte e gli poggiò le mani sul collo, per poi appoggiare la fronte alla sua. Quella sensazione continuò ad invadere Leon, chiedendosi cosa lo preoccupasse tanto e preoccupandosi davvero lui stesso. Era Andrew quello di cui si stava parlando, e per lui Leon avrebbe fatto qualsiasi cosa.
« Hey. » gli disse, quasi interrompendo quelle due parole che Andrew aveva pronunciato. Gli prese il viso tra le mani, accarezzandolo e guardandolo dritto negli occhi, come a volergli dire che lui era lì, per lui, e non si sarebbe di certo allontanato. Era stati divisi per un anno, un lungo anno fatto di ricordi tristi e dolorosi per Leon, che si erano dissolti solo quando Andrew gli mostrò la verità, pochi minuti prima. Doveva capire che gli era mancato, che pensava a lui di continuo, giorno e notte, quasi tormentandolo, e non avrebbe fatto di nuovo quell'errore: non sarebbe più scappato da lui. Cercò di farglielo capire con il suo sguardo. Non c'era mai stato tanto bisogno di parole, tra i due, erano riusciti quasi sempre a capirsi con il solo sguardo. Non era certo, però, che in quel frangente sarebbero riusciti a capirsi lo stesso. Gli passò il pollice sulle labbra, sfiorandole appena. Gli sorrise dolcemente e lo circondò con le sue braccia, aggrappandosi al suo collo e stringendoselo a sé. Era così felice di averlo ritrovato, così felice di aver scoperto che non era stato lui a tradirlo, così felice per quel bacio... Lo strinse maggiormente, alzandosi sulle punte dei piedi. appoggiò il viso sul suo trapezio, tra il collo la spalla. Non avrebbe permesso a nessuno di separarlo da lui.

 
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CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 20:15
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Andrew Emile DaCosta *

Chi?. Chi! Chi avrebbe potuto sfuggire a quegli occhi? Chi sarebbe mai riuscito a frenare i propri istinti tra quelle braccia? Chi? Nessuno, o certamente non lui, non Andrew, i cui pensieri, in quel momento, era tutt'altro che casti e puri. Si inumidì il labbro inferiore sentendo le mani di Leon dietro il suo collo, le sue parole, il suo fiato, il suo respiro. Il calore del suo corpo così vicino, quelle labbra. Deglutì mentre tuttò ciò che sembrava riuscire a percepire fosse il pulsare della vitalità e virilità all'interno del proprio corpo. Guardò negli occhi Leon , gli lanciò un avvertimento, o almeno qualcosa che gli si avvicinasse, prima di attaccare le sue labbra a quelle del ragazzo più basso. Si chinò su di lui assaporando quelle labbra con voracità, stando attento a mantenersi, a tenere quella lingua a posto, a limitarsi a non violare la sacralità di quel tempio, idolatrato per un anno intero nei confini della propria mente.Appoggiò le sue mani sul volto di Leon accompagnando quel bacio che apparentemente poteva sembrare casto, puro ed adolescenziale ma aveva il sapore di qualcosa di molto più spinto, quasi di eccitante.
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zimona´
CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 20:47




leon bingley
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Le labbra di Andrew di nuovo sulle sue. Doveva essere morto e quello era il paradiso. Era sicuramente così. Quando il suo amico si era chinato su di lui, guardandolo con quegli occhi, quasi avvertendolo di quello che sarebbe successo, il cuore di Leon smise di battere per un secondo. Solo un secondo, per poi risuonare più forte di prima. Quando quella mattina si era svegliato, il suo umore era pessimo, a terra. Il peggior umore per il peggior compleanno di sempre. Poi, lo vide, in giardino e tutto sembrò riprendersi, colorarsi di luminosità. Il miglior regalo che potesse mai ricevere: Andrew. E la verità, finalmente. Ma non si sarebbe mai aspettato questo. Certo, era un ipocrita se diceva di non aver immaginato lui e Andrew in quel modo, se diceva di non aver fantasticato più di quanto avrebbe dovuto sul motivo dell'invito in camera sua. Ma la realtà superava di gran lunga l'immaginazione. Buffo, ma vero. Essere avvolto, e circondato, di Andrew, della sua essenza, le sue mani sul viso e le labbra sulle sue. Era idilliaco. Smise di pensare e si scordò di dove si trovavano, che ore erano e perché erano lì. C'era solo Andrew, che lo stava baciando. Chiuse gli occhi e assaporò le sue labbra, morbide e sensuali. C'era un che di vorace e sensuale nel modo in cui posò le sue labbra su quelle di Leon. Quest'ultimo aprì la bocca e la richiuse sul labbro inferiore di Andrew, intrappolandolo tra le sue labbra e succhiandolo, come ad invitarlo a non trattenersi. Più aveva e più ne voleva. Non si sarebbe mai stancato di lui. Fece scivolare una mano dal collo fino al suo petto. Andrew era senza maglietta, perciò Leon sentì la sua pelle calda a contatto con la sua. Era tutto così magico. Ed eccitante, terribilmente eccitante.

 
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CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 21:02
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Andrew Emile DaCosta *

Avrebbe volentieri murato la porta della propria stanza. Davvero. Lasciò scivolare lentamente le mani, dal volto di Leon, passarono ai suoi fianchi che con estrema calma e maestria guidò nella stanza. Indietraggiando lentamente tornò al letto lasciandolo adagiare come megli preferisse senza però staccare le sue labbra da quella che erano come calamite. Andrew staccò per un solo istante le sue labbra da quei due canottini morbidi e mordicchiandosi il labbro inferiore si fermò a guardare l'amico. Quanto era bello. Avvicinò nuovamente le sue labbra a quelle di Leon violando per la prima volta le sue labbra, lasciando che la sua lingua si spingesse oltre i limiti di ciò che aveva solo immaginato per tutto quel tempo, lasciò che la sua lingua scatenasse emozioni mai provate prima. Il bacio era diventato spinto, intrinseco di una primordialità mai testata prima da Andrew, qualcosa di così primordiale ed originario, qualcosa di puro, qualcosa di vicino alla totale certezza dell'uno di volere l'atro.Indescrivibile.

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zimona´
CAT_IMG Posted on 11/7/2011, 21:27




leon bingley
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La testa gli vorticava terribilmente, come se avesse bevuto quattro o cinque birre, una di seguito all'altra. Era inebriato da Andrew, dai movimenti dei loro corpi e delle loro labbra. Era tutto così stupendo da non sembrare reale. Sentiva una scossa percorrere la spiana dorsale, una forza di gravità che lo attirava verso Andrew, come una calamita. Doveva stare attaccato a lui, per forza. Andrew lo spinse verso il letto, guidandolo per la stanza con le mani suoi fianchi di Leon. Ogni volta che le sue dita si spostavano anche solo di qualche millimetro, i battiti del suo cuore acceleravano e una scossa elettrica gli pungeva nei punti in cui Andrew lo toccava. Si appoggiò al letto, semi sdraiandosi, ma senza staccare le labbra da quelle del suo amico. Forse stavano correndo troppo, ma poco gli importava. Aveva deciso di smettere di pensare troppo e viversi quel momento come meglio poteva. Quando Andrew interruppe il contatto, per un breve istante, Leon riprese fiato e rimase a guardarlo. Il modo in cui i suoi occhi lo fissavano, come ad accarezzarlo, era bellissimo. Si sentì imbarazzato, per quello sguardo che non aveva mai visto rivolgersi da parte di Andrew. Probabilmente, le sue guance si erano leggermente tinte di rosso. Cavolo, si sentiva una ragazzina alla prima cotta, ma quello sguardo e quegli occhi... chi non avrebbe arrossito di fronte a lui? Le loro labbra tornarono a scontrasi e accarezzarsi a vicenda, portando il bacio ad un livello superiore, più intimo e spinto. Le lingue si ricercavano e si muovevano in sintonia, come se seguissero un ritmo naturale, dettato da entrambi. Era la perfezione. Leon portò di nuovo le braccia attorno al collo di Andrew e lo strinse a sé, accompagnando il suo corpo sopra il suo, stendendosi sul letto. Riprese a baciarlo con più passione e foga e amore, e smise solo quando l'ossigeno era diventato indispensabile. Si staccò dalle sue labbra, rimanendo incastrato con le sue gambe e le sue braccia. Faceva troppo caldo!

 
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CAT_IMG Posted on 13/7/2011, 22:59
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Andrew Emile DaCosta *

Baciò come mai aveva baciato prima, se ne rese conto fin da subito. sembrava necessitare di quelle labbra, sembrava di non riuscire ad averne abbastanza cosa che, in precedenza, con le ragazze non gli era mai capitata. Non era mai stato un grande amante delle limonate o delle pomiciate nei cinema, oppure dietro gli armdietti. Si sentì stupido, inopportuno ed opprimente. Si sentì bene, tra le altre cose. Sorrise quando leon si staccò dalle sue labbra. Lo aveva incastrato tra le sue gambe standogli, praticamente, sopra. Sorrise ancora poi coprendosi il volto con due mani e scuotendo la testa si lasciò ricadere al lato del ragazzo, rimbalzò sul letto per poco ed una volta immobile non riuscì a guardare leon, non subito. Dopo qualche minuto di silenzio - in realtà passarono solo pochi secondi, che però ai suoi occhi apparirono come anni - lasciò strusciare sul copriletto la sua mano sinistra e, allungando solo il mignlo, andò ad afferrare quello di leon. Sospirò stringendolo; appoggiò una mano sul proprio petto sospirando e continuando a fissare il soffitto decise di rimanere in silenzio, religioso silenzio.

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zimona´
CAT_IMG Posted on 14/7/2011, 13:36




leon bingley
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Maledetto ossigeno! Se non fosse stato per il bisogno naturale di respirare, Leon non si sarebbe mai staccato dalle labbra di Andrew. Era troppo bello, troppo piacevole, perché finisse subito. Avrebbe continuato per ore, senza mai stufarsene, ma era un essere umano, e senza ossigeno non sarebbe sopravvissuto. Desiderò essere un vampiro, in quel momento: loro erano morti, giusto? Quindi non avevano bisogno di respirare. Almeno, in teoria era così. Andrew lo liberò dall'incastro delle sua gambe con quelle di Leon, staccandosi da lui e ricadendogli a lato. Leon lo seguì con lo sguardo, osservando ogni suo gesto e movimento. Era... carino, tenero quasi. Sembrava quasi impacciato e timido nel sorridere, coprirsi il viso con le mani e scuotere la testa. Leon non poté non sorridere. Per la verità, voleva ridere e saltare e urlare. Lui desiderava Andrew ed Andrew desiderava lui. Cosa avrebbe potuto desiderare di meglio? Si trattenne, però, evitando di passare per uno stupido ragazzino che esulata perché la sua squadra di calcio aveva segnato. Si morse il labbro inferiore e fissò il soffitto, cercando di calmarsi e riprendersi. Il respiro era ancora un po' affannato. Tornò a guardare Andrew solo dopo che quest'ultimo strinse il suo mignolo a quello di Leon, dopo qualche minuto di silenzio. Quel gesto era così intimo e delicato da emozionarlo. Abbassò lo sguardo sulle loro mani e poi lo portò sul viso di Andrew. Non poté nascondere il sorriso felice che gli era sbocciato in volto. Ricambiò la stretta e cominciò ad accarezzare la mano di Andrew, a percorrerne il dorso e passare le dita tra le sue, per poi incastrare definitivamente e stringere. Mano nella mano, a guardare il soffitto in silenzio. Non si trovava a disagio, per niente. Stare lì sembrava la cosa più naturale del mondo. Era giusto. Ma Leon non riesce a stare zitto per molto tempo, e, naturalmente, fu lui a spezzare il silenzio nella stanza.
« Quindi... » cominciò a parlare. La voce era leggermente roca, ragion per cui si schiarì la gola. « Vuoi ancora che me ne vada? » terminò la frase, volgendosi verso di lui, leggermente divertito.

 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 11:38
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Andrew Emile DaCosta *

Andrew si sentì forse per la prima volta soddisfatto delle sue gesta. Se si fosse trovato con una ragazza certo un bacio gli sarebbe bastato ma con leon sembrava aver raggiunto un livello di felicità tale, per quella sera, da cancellare ogni voglia repressa. Si mordicchiò il labbro inferiore sentendo la mano di Leon ricambiare la stretta della propria e con un sorriso al lato delle labbra lo guardò quando riprese a parlare. Era proprio vero che, proprio come ricordava, Leon non riuscisse a stare in silenzio per più di cinque sei minuti, in ogni tipo di situazione. Quando gli occhi di leon si posarono sul suo volto, Andrew non potè fare a meno di ricambiare lo sguardo, puntò i suoi fari neri su quelli chiari di L. e sorridendo al lato si mordicchiò il labbro inferiore. Tu non vai da nessuna parte disse a bassa voce tirandolo a sè per la mano che aveva legata alla sua. La punta del suo naso sfiorò quella di Leon e ben presto le labbra di Andrew andarono alla ricerca di quelle del compagno, dell'amico, di leon.

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