♯leon bingley umano speciale ¦ hunter ¦ faschion victim¿ ¦ on air♪ Leon non riusciva a capire Andrew. Strano ma vero, era quel che era successo in quel momento, nella stanza del suo migliore amico. E non riusciva a comprendere quel che gli passava per la testa, forse per la prima volta in tutti quegli anni di amicizia. Si era avvicinato a lui, quasi arrabbiato per quel che aveva detto. Si comportava in maniera strana, diversamente da come era prima di quell'anno passato lontano da lui. Tuttavia, quei sentimenti irritati quasi sparirono non appena notò qualcosa in Andrew, dopo essersi avvicinato. Era una sensazione, ma mai le sue sensazioni avevano ingannato Leon, non quando riguardavano il suo amico. Sentiva che c'era qualcosa che non andava, qualcosa che lo tormentava e lo distruggeva, quasi. L'irritazione lasciò il posto alla preoccupazione. Non era mai riuscito a rimanere arrabbiato con Andrew per più di un'ora, come avrebbe potuto rimanerlo in quel momento, quando sentiva che c'era qualcosa che lo opprimeva?
Andrew lo raggiunse, eliminando con pochi passi la breve distanza che li divideva. Lasciò cadere a terra le carte e gli poggiò le mani sul collo, per poi appoggiare la fronte alla sua. Quella sensazione continuò ad invadere Leon, chiedendosi cosa lo preoccupasse tanto e preoccupandosi davvero lui stesso. Era Andrew quello di cui si stava parlando, e per lui Leon avrebbe fatto qualsiasi cosa.
« Hey. » gli disse, quasi interrompendo quelle due parole che Andrew aveva pronunciato. Gli prese il viso tra le mani, accarezzandolo e guardandolo dritto negli occhi, come a volergli dire che lui era lì, per lui, e non si sarebbe di certo allontanato. Era stati divisi per un anno, un lungo anno fatto di ricordi tristi e dolorosi per Leon, che si erano dissolti solo quando Andrew gli mostrò la verità, pochi minuti prima. Doveva capire che gli era mancato, che pensava a lui di continuo, giorno e notte, quasi tormentandolo, e non avrebbe fatto di nuovo quell'errore: non sarebbe più scappato da lui. Cercò di farglielo capire con il suo sguardo. Non c'era mai stato tanto bisogno di parole, tra i due, erano riusciti quasi sempre a capirsi con il solo sguardo. Non era certo, però, che in quel frangente sarebbero riusciti a capirsi lo stesso. Gli passò il pollice sulle labbra, sfiorandole appena. Gli sorrise dolcemente e lo circondò con le sue braccia, aggrappandosi al suo collo e stringendoselo a sé. Era così felice di averlo ritrovato, così felice di aver scoperto che non era stato lui a tradirlo, così felice per quel bacio... Lo strinse maggiormente, alzandosi sulle punte dei piedi. appoggiò il viso sul suo trapezio, tra il collo la spalla. Non avrebbe permesso a nessuno di separarlo da lui.