'cause some guys have shown me aces but you got that royal flush, Alex feat. Adam.

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ƒlovæ`
CAT_IMG Posted on 15/7/2011, 23:27




alexandra alex dupré
umana ¦ neutrale ¦ fashion victim¿



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Una notte piuttosto movimentata, trascorsa sotto le coperte tra alcool, uno sconosciuto pescato in un lounge bar e tanto, tanto sesso; Alex c'era cascata di nuovo, e la mattina seguente quella caratteristica nausea momentanea fu solo segno del suo ennesimo errore.
Si svegliò, piuttosto stizzita e, notando ancora quel tipo biondino accanto a sé, dolcemente disteso sul cuscino di quell'albergo a quattro stelle, sperò davvero che fosse morto, o qualcosa del genere.
Odiava svegliarsi e trovare ancora le sue avventure accanto sé.
« HEY! ...Vestiti, poi va via. Ho da fare. »
Lo strattonò, per poi alzarsi dal letto - completamente nuda - e sparendo in bagno chiudendosi dietro la porta. Ebbe dunque modo di farsi una bella doccia, soffermarsi ancora su quelle dannate cicatrici provocate dalla stupidità del momento, e poi si diede una bella sistemata alla Alex Dupré. Era vero, infatti, che fosse ancora e, nonostante tutto, un'attrice emergente e le attrici emergenti non dovevano mai e poi mai dimenticare di curare il loro aspetto fisico sino all'esasperazione; Alex d'altro canto non aveva mai avuto bisogno di chissà quali attenzioni particolari ma vabeh, il suo narcicismo non aveva certo grandi limiti.
Uscì dal bagno e capì di essere finalmente sola. Tirò un sospiro di sollievo, per poi raccattare qualche vestito dal pavimento in legno e, presa anche una voluminosa borsa per ficcarvici dentro tutto ciò che occorresse a ciò che doveva fare, si apprestò poi a uscire dall'Hotel evitando gli sguardi indiscreti di chi avrebbe potuto riconoscerla.
Deludente ammettere che nessuno l'avesse riconosciuta.
« St. James, Hunter Island. »
Sorrise al receptionist rivolgendogli poi un occhiolino - probabilmente questo capì chi fosse ma evitò comunque di dare nell'occhio - e si diresse in fretta presso il battello annunciato sul suo biglietto, sperando davvero che i servizi offerti dalla compagnia marittima fossero ottimi come consigliati dallo stesso proprietario dell'Hotel. Quella mattina, infatti, sarebbe approdata nell'Isola sconosciuta, nel luogo più temuto e ammirato, allo stesso tempo, dagli abitanti di Harris; Alex personalmente non riusciva a comprendere il perché di tutto quel mistero, infondo aveva sentito parlare di un famoso manicomio per soggetti pericolosi ma la cosa non le pareva assai preoccupante.
Il battello finalmente si apprestò a levare la ancore e, dopo neppure un paio d'ore, fu già possibile scorgere in lontananza la tanto nominata isola su cui presto la ragazza avrebbe messo piede. Una volta approdata, non fu tanto difficile farsi indicare l'ubicazione del St. James e, anzi, gli abitanti di quell'isola parevano più spaventati o meravigliati dalla sua presenza che altro.
- Eccoci qua. -
Pensò, una volta raggiunta la grande struttura architettonica che pareva più un'antica chiesa che un grande istituto scolastico. Navate e archi imponenti, finestre in chiaro stile ottocentesco e chissà, magari doveva trattarsi proprio di una vecchia abbazia rimodernata, poi, a centro sociale per gli abitanti dell'isola. Il suo ingresso fu particolarmente traumatico, e non solo per la grande affluenza di studenti in quella che dovesse essere la sala di ritrovo o ingresso principale: tutti fissavano la giovane Alex Dupré come quando era a Hollywood, con l'unica differenza che, se nella mitica città del cinema ella veniva ammirata, al St. James pareva più che venisse squadrata, inquadrata, analizzata e bramata. Si sentiva sin troppo osservata, e alcune facce indiscrete addirittura la seguivano con lo sguardo, ben oltre la bacheca che annunciava il calendario delle lezioni.
Una timida e candida ragazza le domandò persino a quale gruppo sanguigno appartenesse, domanda a cui Alex rispose con un son più velenosa di una vipera, cara. Non ho sangue nelle vene ma acido, ahahahah ma che, con gran stupore, fu presa per buona e attirò l'attenzione della prima, che fissava ora Alex con occhi ammirevoli, divertiti e così strani da mandarla subito in panico.
- dove cazzo mi trovo... -
La testa parve girarle, non capiva più se tutto ciò che stesse vivendo fosse la realtà o un semplice incubo vissuto con occhi propri: ragazzi che facevano domande assurde, calendari che proponevano lezioni di magia, trasfigurazione - che? - e altro ancora. Che fosse finita proprio nel manicomio dell'isola e non se ne fosse accorta?
Cominciò a indietreggiare, per poi muoversi a gran passi in direzione dell'uscita, facendo ben attenzione a non incrociare lo sguardo di nessuno continuasse ancora a fissarla come fosse un mostro; stava cominciando ad aver paura, e Alex non era portata a provar paura senza cedere all'emozione.



Edited by ƒlovæ` - 16/7/2011, 13:40
 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 13:10
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sto aspettando il codee per questo non rispondoo D:
 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 13:16




tranquilla, fa con calma (:
 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 13:44
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ADAM VALDEMAR HOLSTEIN
chord2Lo avevano sempre definito come "il fortunato". Non perchè fosser iuscito a scampare a qualche incidente mortale, non perchè fosse riuscito a sconfiggere qualche brutta malatia, no. Era sempre stato appellato dai tabloid e da tutti coloro che frequentavano il palazzo come " il fortunato" solo ed esclusivamente perchè, ahimè, era riuscito ad ottenere il trono. Nessuno sembrava voler porre attenzione al risvolto umano della faccenda.
Adam Valdemar Holestein si ritiene fortunato oggi. Fortunato, di nuovo, non perchè campato ad un incidente, fortunato non perchè salvo da una brutta malattia, ma fortunato perchè era riuscito ad allontanarsi da quel circolo vizioso che lo stava per soffocare. Sapeva bene che la ridente parentesi ad Hunter Island, lontano da tutto il suo mondo, lontano dalla sua famiglia, non sarebbe durata in eterno, ma, nel contempo cercava di godere al massimo della sua libertà. Soffriva molto, per tante cose. La peggiore di tutte era sicuramente la solitudine.
Aveva passato una brutta notte, una notte fredda, non troppo rispetto al freddo a cui era abituato, una notte tormentata, non dai fantasmi ma dal suo nuovo compagno di stanza che sembrava essere ossessionato dalla storia di Adam.
Aveva fatto una doccia presto, indossato dei vestiti puliti e raso via tutta la barba. la odiava, lo faceva rassomigliare più di quanto volesse a suo padre, senza barba sembrava ancora ragazzino - cosa che in realtà era - e si sentiva un passo più distante dalla Danimarca, un passo più vicino alla sua ritrovatà tranquillità.
Aveva indossato una polo, sui toni del blu scuro, il simbolo della casata era ricamato sia sulla stoffa dietro il colletto che sul petto: si trattava di un simbolo abbastanza evidente, ma non appariscente. Indossava un pantalone beige ed una cintura - su entrambi il ricamo si ripresentava. Su tutti gli abiti del principino c'era il 'marchio' di fabbrica, per così dire.
in punta di piedi uscì dalla camera, richiudendosi alle spalle la porta e procedendo con passo andante scese fin nell'atrio dove la vita sembrava non essersi mai interrotta. Quella mattina avrebbe dovuto seguire solo un paio di lezioni, nulla di pesante, ed entrambe avrebbero avuto luogo all'aria aperta in tarda mattinata. Appena messo piede sull'ultimo gradino della scalinata interna all'atrio chiuse gli occhi e si teletrasportò all'esterno. Non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi itnrono che venne travolto da una ragazza.


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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 14:35




alexandra alex dupré
umana ¦ neutrale ¦ fashion victim¿



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La sua corsa contro il tempo stava per giungere a termine, eppure la via della salvezza da quel covo di "matti" era ancora ben lontana dagli occhi e dalla mente della giovane Alex. Già, perché vi fu qualcun altro a porsi lungo il suo cammino agitato e tempestoso.
« uuh! »
Finì per travolgere un ragazzino biondo spuntato dal nulla, cadendo poi rovinosamente per terra. Con aria alquanto trasandata e in preda al panico cercò di non guardare chi avesse travolto, temendo che quello potesse lamentarsi e cominciasse a dar di matto come l'intera struttura dava l'idea di essere.
« t-ti prego, non farmi del male! »
Gridò la ragazza, ponendo un palmo dinanzi a lui come a intimarlo di non muoversi e rialzandosi lentamente ancora tremante. Non vi erano dubbi: era finito nel peggior manicomio del mondo, sotto indicazione di uno sciocco abitante dell'isola che l'aveva chiaramente mandata fuori strada.
La gente attorno a lei scoppiava in una fragorosa risata, e la giovane Alex non poté non guardarsi attorno capendo di esser stata messa in mezzo al loro gioco da matti deviati. Doveva andarsene, seppur le gambe non rispondessero alla sua volontà.
« m-mi sento... male... »
Cadde nuovamente per terra, stavolta però perdendo i sensi.

 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 15:11
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ADAM VALDEMAR HOLSTEIN
chord2Venne investito da una forza della natura, non da una semplice ragazza.Non ebbe il tempo di scusarsi e di capire come avessero fatto a scontrarsi che la giovane brunetta lo pregò di non farle del male. Non era mica un mostro, lui. ce ne erano parecchi lì al st.james ma di certo lui non rientrava in quella categoria. Si chinò su di lei per aiutarla a rialzarsi ma non ve ne fù necessità nè tempo.La ragazza si mise in piedi e fermando un palmo a pochi centimetri dal volto di Adam si mise in ridicolo, purtroppo di fronte a tutti. L osservò svenire sotto i suoi occhi, la folla si dileguò non appena la ragazza perse i sensi. i più vogliosi e temerari attesero con ansia aspettando che anche Adam si allontanasse dalla ragazza che era priva di sensi sul pavimento di marmo. Adam li osservò con aria truce - era il massimo che potesse fare - e chinandosi sulla ragazza afferrò la borsa, la mise sotto il suo braccio, poi lasciò scivolare un braccio sotto l'incavo delle ginocchia, e l'altro sotto il collo di lei. Socchiuse gli occhi ed il primo luogo che gli venne in mente fu il giardino. Quando riaprì gli occhi il colore verde intenso del prato lo fece disorientare per qualche istante. Odiava la giornate troppo soleggiate, sì. Mise distesa sul manto erboso la ragazza ancora priva di sensi e le si mise seduto accanto, le aveva fatto appoggiare la nuca sulla sua stessa borsa per non farle entrare le coccinelle - esserini odiosi - nelle orecchie. Aveva sempre avuto questo terrore, fin da bambino. Si mise seduto accanto a lei, dunque, le ginocchia ritratte al petto, le braccia buttate indietro e la nuca inclinata verso destra, lo sguardo perso nei riflessi dell'acqua del piccolo fiumiciattolo che tagliava in due l'isola. Dopo circa cinque minuti passati senza fare nulla tornò a guardare la ragazza, era molto bella ed era sicuro di non averla mia vista in giro per Hunter Island, certo avrebbe anche potuto sbagliare non conoscendo tutti gli studenti presenti su quell isola ma, la reazione avuta dalla ragazza poco prima, l'aveva detta lunga sul suo luogo di provenienza.



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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 15:22




alexandra alex dupré
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« iam iam uaaahwm...una fetta di strudel e un cappu...iaam cappuccino caldo grazie... »
Era ancora mezza svenuta ma pareva stesse riprendendo lentamente coscienza. Farfugliò qualcosa probabilmente convinta di essere in un bar, per poi sprofondare il viso nella soffice erba in cui il ragazzo misterioso l'aveva, a sua insaputa, portata. Si riprese velocemente dopo un attimo, capendo di non essere né in un letto né tanto meno in un comodo e caldo bar a sorseggiare la sua bevanda preferita e addentando il suo dolce preferito.
Aprì gli occhi e si rese conto di essere adagiata su di una morbida distesa erba, mentre ricordava ancora di esser precipitata come un salame sul duro asfalto dell'ingresso al St. James - Manicomio. Sì, perché era ancora convinta di aver sbagliato posto, e presto il ragazzo accanto a lei le avrebbe fornito tutte le spiegazioni. Forse.
« oh mio Dio mi fissa... mi fissa... »
Si diceva, non curante del fatto che il tipo potesse udirla chiaramente, e finse insomma di guardarsi attorno, ancora pienamente convinta di aver incontrato un pazzo omicida. Cominciò a pensare al perché non vi fossero guardie a perlustrare la zona e a controllare tali soggetti, non era davvero possibile che gente che credeva a cose come magia o trasfigurazione avesse la capacità di badare a se stessa senza l'aiuto di uno specialista.
Si alzò lentamente, continuando a mentenere lo sguardo fisso su di lui che ora la stava chiaramente fissando e, credendo che se avesse mantenuto lo sguardo fisso su di lui come si fa con i leopardi lo avrebbe tipo intimato dal muoversi ancora una volta, si allontanò indietreggiando come un gorilla spaventato.
eheh...
Gli sorrise, forse per sdramattizare la situazione, forse per essersi resa conto che la vera pazza lì pareva proprio lei. Aveva ancora qualche ciuffo d'erba tra i capelli e sul suo vestito, l'avrebbero potuta scambiare per un bradipo con della muffa addosso da lontano.

 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 15:31
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ADAM VALDEMAR HOLSTEIN
chord2La ragazza sconosciuta e, sì, strana, sembrò riprendersi dopo poco, o almeno in apparenza. Forse la caduta secca sul pavimento duro dell'ingresso le aveva compromesso il ragionamento. No, impossibile. Adam la osservò curioso, a metà tra lo sconcertato ed il divertito e rimanendo in silenzio le lasciò portare avanti, fino alla fine, il suo monologo. Chissà cosa le stava passando per la testa, pensò. Tirò su con il naso e guardandola alzarsi di scatto dal manto erboso, e prendendo ad indietreggiare con fare assai buffo, Adam non potè non scuotere la nuca divertito. Se solo avesse provato a raccontarlo in giro nessuno gli avrebbe creduto. « oh mio Dio mi fissa... mi fissa... » Adam trattenne una risata mordicchiandosi il labbro inferiore come per tapparsi la bocca e sospirando si alzò dal prato, passò due mani sul fondo schiena per ripulirsi dall'eventuale flora e, con passo calmo, sguardo altrettatnto calmo, le si avvicinò. Si fermò ad un passo da lei ed alzando un braccio fin sopra la sua nuca le sfilò dai capelli i ciuffetti di erba.
Aveva un aspetto assai equivocabile, per non parlare popi dell'espressione facciale.. sembrava essere allucinata. Adam si grattò una guancia osservandola, non era sotto l'effetto di nessuna droga, lo poteva ben capire dal suo sguardo, ma qualcosa che non andava doveva pur esserci.
" Credi di stare bene..?" Domandò il principino inclinando di poco la nuca, preoccupato.



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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 15:51




alexandra alex dupré
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La sua avanzata da gorilla in calore continuò sino a quando il bell'imbusto non ebbe la bellissima idea di alzarsi e andare in sua direzione; Alex si fermò all'improvviso, e per un attimo credette che quel tipo avesse capito il suo stato d'animo e stesse cercando dunque di mettere fine alle sue sofferenze.
Sarebbe morta di lì a poco, ne era certa, ma almeno avrebbe voluto avere il tempo di contattare sua sorella e dirle che poteva prendersi tutto ciò che le apparteneva, fuorché la sua collezione personale di abiti firmati, che sarebbero invece stati devoluti tutti alla ricerca contro i puntini neri, vere piaghe per visi giovani e famosi come il suo.
« ihhh! »
Quasi singhiozzò, quando il ragazzo alzò misteriosamente un braccio e parve dunque volerla ammazzare con un colpo in testa, ma quando poi sentì la sua mano passarle tra i capelli e gettare via qualche ciuffo d'erba ancora rimasto impigliato nella sua morbida chioma - mica scemo il ciuffo d'erba - la giovane ragazza aprì gli occhi e si accorse di essere ancora viva.
Sospirò nel momento in cui il ragazzo le stava chiedendo come stesse, e se avesse dunque un qualche problema; alché Alex lo fissò, ancor più curiosa dello stesso, domandandosi un attimo se fosse solo pazzo o anche visibilmente... pazzo.
- Di certo non sono una pazza rinchiusa caro mio -
Voleva dirgli.
« Di certo non sono una pazza rinchiusa, caro mio. »
Gli disse.

 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 16:04
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ADAM VALDEMAR HOLSTEIN
chord2Le persone sapevano essere strane a volte, ma la maggior parte cercava di tenere ogni proprio comportamento buffo o in ogni caso, inopportuno, come una faccenda privata, al sicuro . Sembrava che la ragazza con i fili d'erba ancora tra i capelli avesse intenzione di mostrarsi apertamente, senza badare a quello che la gente avrebbe mai potuto pensare delle sue stranezze. Adam ebbe paura per un istante, quando lei urlò con voce sottile quasi a voler acocmpagnare il suo gesto con una colonna sonora a dir poco tragica. Lo sguardo della ragazza sembrò sorpreso e stranito, Adam non potè fare a meno di credere che la ragazza fosse pazza.
« Di certo non sono una pazza rinchiusa, caro mio. » Adam si prese del tempo prima di rispondere. La osservò a dir poco stranito e con gli occhi divertiti iniziò a scuotere la nuca. Tirò via dai suoi capelli ancora qualche filo d'erba e lasciandolo ricadere sul terrenno disse. "Mi conforta dire che, nemmeno io sono un pazzo rinchiuso." Adam osservò la ragazza con sguardo confuso, non potè non ridere. "Uhm, sai.. dove ti trovi?"


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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 16:21




alexandra alex dupré
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Capì di essersi messa completamente in ridicolo.
Il ragazzo continuava a levarle ciuffi d'erba dai capelli come le facesse piacere, era in grado di farcela anche da sola ma l'idea di avere un perfetto sconosciuto dalle doti intellettive dubbie la rendeva un attimino inerme.
« Beh, m'è bastato leggere il calendario delle lezioni per capire di aver raggiunto un manicomio. »
Sospirò, allontanando la sua mano e provvedendo da sola a levarsi gli ultimi ciuffi d'erba dalla testa. Guardò un attimo il biondino, le aveva ammesso di non essere pazzo a sua volta; cosa alquanto strana e normale allo stesso tempo, dato che in genere i pazzi non erano a conoscenza della loro innata pazzia.
« hm... e tu da quando sei pazzo? »
Sembrava che per Alex fosse naturale mettere a disagio la gente ma, andiamo, poteva mai credere di esser capitata nel posto giusto e di aver scoperto, insomma, l'esistenza di esseri magici dopo aver trascorso una vita intera dietro riflettori, cineprese e cameramen a far finta di essere, talvolta, anch'essa un essere magico?

 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 16:45
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ADAM VALDEMAR HOLSTEIN
chord2Adam ebbe il timore di avere dinnanzi una squinternata. Sarebbe stata la prima volta, certo di persone matte in giro ce ne erano tante, ma tra il matto e lo squinternato la differenza era davvero apprezzabile. Adam si inumidì il labbro inferiore seriamente preoccupato fino a quando la ragazza non svelò l'arcano, rivelandosi così non una vera pazza ma semplicemente una ragazza confusa ed un po' troppo legata ai canoni di realtà messi in giro dai media.
Adam sorrise in modo amichevole e cercando le parole giuste per spiegare cosa in realtà stesse accadendo tutto intorno a lei rimase per qualche secondo in silenzio. Non era una cosa semplice da spiegare, considerando che ad Harris tutti, bene o male, erano a conoscenza delle personalità presenti sull'isola adiacente. possibile che lei non avesse mai sentito nemmeno una delle voci che giravano su quell'isola? Ma nessuna storia sulle persone che la frequentavano? Strano.
« hm... e tu da quando sei pazzo? » Adam alzò le spalle inarcando le sopracciglia con fare buffo, come se stesse davvero riflettendo sulla sua domanda. Si grattò nuovamente la guancia, dannata irritazione solare, e sospirando le passò la borsa che aveva lasciato sul prato dove poco prima era distesa. " Dimmi il nome di una città, una a caso."

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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 16:54




alexandra alex dupré
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« Amsterdam...uh no no no, Parigi! Ci sono stata l'anno scorso, si mangia da Dio e gli uomini son focosi! Altro che... »
Prese la borsa che il tizio le stava passando senza curarsi del fatto che non aveva risposto alla sua domanda.
« ...Tu pensa che me ne son fatti due in un ostello vicino Bordeaux, è stata una cosa incredibile, ahahah »
Rise di buon gusto per una manciata di secondi, poi capì che forse non era la classica risposta che ci si poteva aspettare da una persona qualunque; decise dunque di smetterla, e ritornare a esser seria.
Lo fissò ancora un attimo, aveva davvero dei lineamenti ben fatti; se non fosse stata per il suo problema mentale, probabilmente un pensierino lo avrebbe fatto anche su di lui.
« Hai la bocca larga...E comunque perché non rispondi alla mia domanda? Posso sapere dove diamine mi trovo e perché sembro io la pazza qui? »

 
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CAT_IMG Posted on 16/7/2011, 17:02
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ADAM VALDEMAR HOLSTEIN
chord2Parigi. Ci era stato tante volte Adam ma ne conosceva solo i posti ufficiali e 'degni di una altezza reale'. Non aveva mai avuto la possibilità di girovagare come un turista, scattarsi una fotografia da solo sotto la torre eiffel o magari, andare in un ostello e 'farsi' qualcuno, come aveva raccontato la ragazza. Si inumidì il labbro inferiore, appoggiò una mano sulla spalla di lei e chiudendo gli occhi per uns econdo avvenne. Qundo li riaprì erano a parigi. Era sera, forse le dieci pasate e due ragazze gli domandarono con un francese un po' abbozzato di scattare loro una fotografia. Scattò la fotografia alle due turiste salutandole con un perfetto francese e facendo qualche passo lungo quella strada ritrovò la ragazza. La osservò e le si avvicinò. Sembrava a dir poco sconvolta. " Non sono un pazzo". Si limitò a ripetere Adam con voce calma, godendosi la brezza fresca di una parigi notturna.

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CAT_IMG Posted on 17/7/2011, 12:23




alexandra alex dupré
umana ¦ neutrale ¦ fashion victim¿

a1-1
a2-1
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Il ragazzo non rispose nuovamente alla domanda di Alex ma, prendendosi una piccola pausa in cui continuava a fissarla come fosse un hot dog ripieno, le posò poi delicatamente una mano sulla spalla destra. Dal canto suo, Alex non ebbe neppure il tempo di chiedergli cosa diavolo avesse in mente - stava cominciando a perdere la pazienza - che subito una strana sensazione le fece pensare di non avere più la terra sotto i suoi piedi: fu come se il mondo attorno a lei fosse divenuto nero di colpo, e la causa di tutto quello fosse proprio il ragazzo, in qualche modo.
« ... »
Dire che, probabilmente, Alex era terrorizzata, era anche poco.
Aveva tenuto gli occhi chiusi per tutto il tempo in cui quella strana sensazione di cadere nel vuoto aveva continuato a renderla nervosa, ovvero per circa cinque secondi. Quando poi, finalmente, i suoi piedi toccarono qualcosa di solido e molto più riconducibile ad asfalto, appena riaprì gli occhi fu colpita da un terribile mal di testa e, se non avesse avuto la possibilità di reggersi da qualche parte, sarebbe nuovamente caduta come una pera cotta.
Eppure, non fu quel dato a sconvolgere talmente la giovane attrice che, almeno come si soleva dire, doveva essere preparata a colpi di scena come quelli; la questione qui, invece, era ben diversa proprio perché non vi erano colpi di scena ed effetti scenografici a tranquilizzarla no, qui tutto era vero: luci notturne a far da sfondo allo spettacolo offerto dalla notte, un lungo fiume alla loro destra sulla cui superficie vi era il riflesso di una imponente struttura in ferro datata parecchi anni prima. Era la Tour Eiffel, e quella era Parigi proprio come se la ricordava Alex.
Dall'altra parte, intanto, il ragazzo che aveva causato tutto quel trambusto stava scattando una dannatissima foto a due turiste mal vestite e di pessimo gusto in fatto di cosmetica e capigliatura, e tutto questo mentre la giovane attrice rimaneva immobile a fissarlo, senza proliferar parola. Solo in seguito egli cominciò ad avvicinarsi e, mentre le annunciava nuovamente di non essere pazzo, una fresca brezza notturna li accarezzò entrambi, procurando in lei un brivido sì freddo e terribile da farle rizzare i peli della schiena, se mai li avesse avuti.
« D-dimmi che non è...vero... »
La voce interrotta era sintomo di terrore, e ora Alex provava terrore nei confronti di quel ragazzo che, poco prima, era stato etichettato solo come pazzo. Ora invece no, non poteva essere così; e allora cosa?
Com'era possibile che un attimo prima si trovassero sull'Isola e, in una manciata di secondi, si fossero spostati niente popò di meno che a Parigi?
« D-dimmi cosa sei... »

 
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31 replies since 15/7/2011, 23:27   445 views
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